Nell’ambito di un affidamento a privati di alcune opere di urbanizzazione, un monitoraggio dell’Anac ha rivelato diverse criticità.
Dopo le iniziative di vigilanza dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, il Comune aggiudicatore ha avviato un’indagine, scoprendo che oltre 500 convenzioni urbanistiche, per un valore di circa 2,5 miliardi di euro, presentavano problemi o non erano completate.
Pertanto, con Atto del Presidente del 8 maggio 2024 (fasc.2601.2018), l’Autorità ha avuto modo di affermare che: “Le opere di urbanizzazione realizzate dal privato, titolare della convenzione urbanistica con l’Amministrazione comunale, a scomputo dei relativi oneri sono da ritenersi opere pubbliche e assoggettate alle procedure di evidenza pubblica, fatta eccezione per le opere di urbanizzazione primaria di importo inferiore alla soglia comunitaria, funzionali all’intervento di trasformazione urbanistica del territorio. Non sono pertanto consentite eventuali pattuizioni intercorse con l’Amministrazione che consentano al titolare di una concessione edilizia o di un piano di lottizzazione approvato la realizzazione diretta di un’opera di urbanizzazione a scomputo totale o parziale del contributo dovuto per il rilascio della concessione, al di fuori dei casi previsti dalla legge.”.
Tuttavia il monitoraggio dell’Anac, nonostante le convenzioni prevedano requisiti specifici e controlli antimafia, ha rivelato anche una carenza di controlli da parte dell’amministrazione comunale, che spesso non ha documentato le verifiche sui privati responsabili delle opere, e ha lasciato senza risposta le richieste di documentazione.
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