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Le norme italiane sulle procedure ad evidenza pubblica di nuovo all’attenzione di Bruxelles

Le norme italiane sulle procedure ad evidenza pubblica di nuovo all’attenzione di Bruxelles

Guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti

Dopo i rilievi mossi nei confronti del D.lgs. 50/2016, oggi la Commissione Europea sta passando in rassegna anche i decreti legge emanati negli ultimi due anni, in deroga al principio dell’evidenza pubblica e della trasparenza, allo scopo di fronteggiare la crisi derivante dalla diffusione della pandemia e rilanciare il settore degli appalti pubblici.

È quanto si coglie da un comunicato diramato dalla Commissione europea nei giorni scorsi, il quale contiene i nuovi rilievi mossi nei confronti del governo italiano, che dovrebbero auspicabilmente essere superati con la riforma del codice degli appalti (il cui disegno di legge delega dovrebbe essere approvato entro giugno). Sicché, i rilievi odierni della Commissione sembrano proprio volti ad orientare in sede di riforma le scelte del governo in tema di procedura ad evidenza pubblica.

Nell’ambito dei rilievi, la novità più rilevante è sicuramente il riferimento ad «alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto, le quali non sarebbero conformi alla legislazione dell’Ue in materia di appalti pubblici», richiamando dunque tutta la copiosa disciplina derogatoria al codice appalti. Il comunicato della Commissione, preso atto dei “progressi” compiuti dall’Italia, ritorna anche sulla necessità di affrontare i temi lasciati ancora aperti e non risolti, fra cui anche in particolare il «divieto per i subappaltatori di ricorrere ad altri subappaltatori».

Per una lettura integrale dell’articolo, si rimanda al seguente link

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