Con la risposta n. 2831, emessa in data 18.7.2024 a seguito di quesito, il servizio di supporto giuridico del MIT ha chiarito che, in caso di risoluzione del contratto, il riaffidamento dei lavori deve avvenire nel rigoroso rispetto del dettato normativo dell’art. 110 co. 1 e 2, D.Lgs. 50/2016. La stazione appaltante è obbligata, cioè, all’interpello singolo e progressivo di tutti gli operatori economici che seguono in graduatoria, avvalendosi degli esiti della gara già espletata e attenendosi alla graduatoria già formulata. Non è, infatti, possibile procedere all’effettuazione di nuova gara, né, mediante l’esercizio della discrezionalità, predisporre nuove modalità di affidamento o seguire un diverso procedimento di scorrimento della graduatoria medesima, rimanendo la stazione appaltante vincolata al rispetto dell’ordine di classificazione dei concorrenti.

A riguardo, già l’ANAC, con il parere di precontenzioso n. 8 del 7.2.2024, qualificava detta procedura di interpello prevista dall’art. 110 citato, come sub-procedimento privo di valenza autonoma, inserito nell’originario procedimento di evidenza pubblica.

Peraltro, diversamente da quanto previsto dalla codificazione previgente, ai sensi dell’art 124, co. 2, D.Lgs. 36/2023, è attribuita la facoltà in capo alle stazioni appaltanti di disporre nei documenti di gara che, in caso di subentro con scorrimento della graduatoria, le condizioni economiche del contratto saranno quelle proposte dall’operatore economico interpellato. Inoltre, in base all’art. 122, co. 6, nel caso in cui la stazione appaltante eserciti detta facoltà, l’appaltatore il cui contratto è stato risolto sarà chiamato a rispondere dei maggiori costi dell’appalto riaffidato a condizioni più onerose rinegoziate con il subentrante.

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