Le linee direttrici del nuovo provvedimento in materia di appalti pubblici approvato dal Consiglio dei Ministri sono semplificazione, legalità, digitalizzazione, sostenibilità.
Obiettivo primario è quello di adeguare la normativa interna al diritto europeo e ai principi espressi dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle giurisdizioni superiori, interne e sovranazionali.
Altresì, è previsto l’inserimento nei bandi di gara di clausole sociali e ambientali come requisiti necessari o premiali dell’offerta al fine di promuovere la stabilità occupazionale, l’applicazione dei contratti collettivi, le pari opportunità generazionali e di genere. Viene abbandonato l’albo dei commissari di gara, per rafforzare e specializzare i commissari interni. Da riscrivere e semplificare le materie riguardanti la programmazione, la progettazione (anche con «l’eventuale» riduzione dei livelli, oggi fissati a tre), la verifica dei progetti e la composizione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Attenzione particolare è prevista anche per la verifica delle offerte anomale e per la individuazione dei casi in cui le Stazioni appaltanti possano ricorrere al criterio del prezzo più basso d’offerta e all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori. Si propone poi di estendere e rafforzare i metodi di risoluzione delle controversie alternativi a quello giurisdizionale, per evitare di allungare i tempi di realizzazione delle opere e allo stesso tempo alleggerire i tribunali dai contenziosi.
Infine, una novità importante introdotta dal disegno di legge riguarda la semplificazione e l’estensione delle forme di partenariato pubblico-privato, in particolare riguardo alla finanza di progetto, al fine di attirare investitori professionali.
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